25 ott
I Think: L'indifferenza

I Think: L'indifferenza

Passeggiavo per la strada quando mi imbattei in una anziana signora senza fissa dimora, sedeva su delle valige e aveva gambe gonfie e viso stanco.

Non chiedeva nulla ai passanti, semplicemente stava lì in silenzio…

Osservavo i volti di chi la incrociava: alcuni cambiavano strada, altri guardavano dall’altro lato del marciapiedi, altri ancora, la maggior parte, le allungavano qualche moneta.

Io osservavo la scena, e cercavo di capire perché la gente si sentiva così a disagio…

La vecchietta non chiedeva nulla, non chiedeva soldi eppure ne riceveva, non fissava la gente eppure quella stessa gente la evitava...  io guardavo e riflettevo

Poi capii: “indifferenza” il mondo è indifferente verso i più sfortunati e i più deboli ed è pronto ad attaccarli con le solite frasi: non ho tempo, non ho monete, sono in ritardo e bla bla bla…

Questa volta era diverso perché la vecchina non chiedeva nulla, il mondo non poteva difendersi perché non era attaccato, gli uomini e le donne che passavano di lì erano obbligati a riflettere e a guardarsi dentro, a vedere la realtà…

Allora compresi i vari comportamenti: chi fuggiva per ignorare, per far finta di non vedere, chi guardava altrove per non guardarsi dentro e chi dava dei soldi per comprare la propria innocenza…

La vecchina non chiedeva nulla, forse voleva solo essere considerata una persona come le altre, forse voleva solo scambiare qualche parola, e invece il mondo voleva comprare il suo silenzio…

Eravamo tutti perdenti perché schiavi della società e delle nostre maschere, l’unica vincente era la vecchietta perché si mostrava al mondo così come era, senza finzioni e senza vergogna..

Forse in cerca di quell’amore che non si può comprare.

Scattai una foto perché mi ripromisi in futuro di raccontare quella giornata e di riflettere, mi avvicinai, la guardai… e le diedi 5 euro… forse ero il peggiore di tutti…

Fabrizio Prota

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